Boycott Eurovision

La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), membro fondatore del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), e il Sindacato dei giornalisti palestinesi hanno chiesto all’Unione europea di radiodiffusione (UER) di escludere Israele dall’Eurovision Song Contest.

In seguito al rifiuto degli organizzatori (UER) di escludere Israele, responsabile del genocidio in corso, PACBI ha invitato tutte le emittenti partecipanti, i concorrenti nazionali, i finalisti, le troupe di produzione e gli spettatori a boicottare il concorso.

Sono migliaia di artisti e operatori del mondo della musica e della cultura che in Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda e molti altri paesi europei che hanno preso posizione e hanno richiesto alle rispettive emittenti pubbliche di non trasmettere l’evento se l’Unione europea di radiodiffusione (UER) non escluderà Israele dall’Eurovision song contest.

E mentre ancora Angelina Mango, la vincitrice del Festival di Sanremo designata a rappresentare l’Italia a Eurovision24, non ha risposto alle richieste di ritirarsi dalla competizione canora in solidarietà con la popolazione civile palestinese, sono sempre di più i concorrenti europei che hanno deciso di non partecipare se Israele non verrà esclusa nel momento in cui sta attuando un genocidio.

Malmö, la città svedese che ospita Eurovision24, sta rivedendo la pianificazione dell’evento e rimuovendo dei palchi dopo la defezione di oltre 30 artisti.

Non si può permettere che un paese che commette crimini di guerra e continua un’occupazione militare riceva un palcoscenico pubblico per ripulire la propria immagine in nome della musica. In questo modo anche altri paesi partecipanti finiscono per dare il loro sostegno e diventare complici delle politiche di Israele. Così come la Russia è stata messa al bando dalla manifestazione dello scorso anno sono in molti a chiedere che anche in questa occasione la RAI difenda attivamente i valori della giustizia e dei diritti umani.